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Un cammello un dromedario una pantera un gatto (inedito)

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Un cammello un dromedario una pantera un gatto
Sulla sua schiena all'incontrario,
La maglietta rivoltata a dimostrare
Dalle scapole sui fianchi un cameriere
Umbro rurale
Buono a reggere alabarde al Perugino,
Nero costante popeline ordito
Più fitto della trama garantito
Fine Quattrocento.
Mentre la disadorna
Facciata tripartita
Tra i sugheri compare,
Svitata cattedrale
Accatastata a raggio
In ombra alle absidiole
- La cortina a beccatelli sorvegliante sullo sfondo -
Dal sorriso somigliante alla lunetta del portale
Il fanciullo che ritrae sguardi e mance
Si dispiega carezzando
A segnare il giorno e l¹ora
Teocrito Buceo
Savium basium
Osculum
Meum.

 Ariel - 26/04/2010 09:32:00 [ leggi altri commenti di Ariel » ]

Simpatico esercizio.

 Franca Alaimo - 17/03/2010 18:02:00 [ leggi altri commenti di Franca Alaimo » ]

un ritmo largo ed arioso contraddistingue questo verso che trasfigura un evento minimo: un cameriere, il tavolino di un bar, un’antica cattedrale per sfondo, intravista tra bottiglie e tappi di sughero, in qualche luogo d’Umbria E immediatamente una serie di rimandi: il ragazzo che somiglia ad un altro dipinto in un quadro quattrocentesco; l’elemento architettonico della lunetta che diventa aereo ed impalpabile trasformandosi in sorriso. Grazia mescolata a grazia, movimento fluido passato in fluidità di versi; armonia di immagini restituite ad un giro armonico di versi cantanti. E tanti riferimenti colti, che servono a inscrivere il piccolo evento nell’infinita beltà dell’arte. Alla fine una piccola cascata di baci, affidati ai suoni del latino, che aggiunge un tocco di eros innocente. Una poesia "gratia plena".

 Lorena Turri - 16/03/2010 12:36:00 [ leggi altri commenti di Lorena Turri » ]

Adoro le filastrocche per il ritmo cantilenato, insistente, per quel voler dire tutto o niente, per quella vena di non-sense che le percorre, per il gioco dei suoni con le parole e viceversa.
E il primo verso mi ha subito introdotta dentro una filastrocca, tant’è che nella mia testa, immediatamente, ha fatto eco: “… e il mercato è fatto!”, rammentandomi di un vecchio detto popolare.
E proprio il più popolare tra gli animali citati, almeno alle nostre italiche latitudini, è il gatto. Animale semplice e complesso nel contempo, domestico, non sempre addomesticato, comune.
Domestico come un “cameriere umbro rurale”, come un fanciullo “che ritrae sguardi e mance”, come Buceo, il povero pastore afflitto dalle pene dell’amore.
E per contro, la Cattedrale, il Perugino e quel Callimaco, avversario di Teocrito nella disputa poetica.
Allora, ecco, che mi risuona la filastrocca, come una solfa, che mi disegna sul viso un sorriso “somigliante alla lunetta del portale”, a svelare la mia soddisfazione per la lettura.
Da povera donna, casalinga di mestiere e domestica poco addomesticata alla cultura, leggo tra le righe quello che mi piace leggere e mi compiaccio, con l’autore e con me stessa senza alcun timore se ho sbagliato la lettura.
Ho detto la mia, mi perdoni il Poeta. E voglia perdonare chi per celia o per errore ha abbondato con le “effe” nello scrivere il suo cognome!

 Maria Musik - 16/03/2010 07:00:00 [ leggi altri commenti di Maria Musik » ]

Ho letto lintervista nella quale, in chiusura, Franco Buffoni esemplificava con questo testo ("appare nella prima sezione – intitolata “Quella stellata sopra il Foro italico – di Roma.")come "Con i poeti (ma uso il termine in senso anceschiano, molto ampio) ciò che conta del ritmo è il momento in cui esso si fa parola, cioè diventa linguaggio, e dunque si realizza attraverso una particolare intonazione. (In quanto il ritmo è soggetto, se un poeta trova il ritmo, trova il soggetto; se non lo trova, i versi che sta scrivendo non sono arte)".
Alla luce di queste affermazioni (e di altre) ho riletto la poesia, spogliandomi dall’umiliazione di avvertire che non fosse stata scritta per noi comuni lettori, ed ho trovato il ritmo. Benchè mi piaccia, generalmente, che ciò si abbini alla scoperta del significato, sono uscita più soddisfatta e non più ostile all’autore, da questo secondo incontro.

 Antonio De Marchi-Gherini - 15/03/2010 14:13:00 [ leggi altri commenti di Antonio De Marchi-Gherini » ]

Sodale di Aldo Palazzeschi, quello del ...lasciatemi divertire. Buffoni veste i panni scanzonati dell’euforico vate che gioca con parole e non-sense. Il risultato é un testo polisemico di varia e personale interpretazione che lascia spazio al gioco anche del lettore. Sempre che questi abbia gli strumenti culturali adatti, perché a differenza di Aldo Palazzeschi, dove il dettato é semplice e alla portata di tutti, qui ci troviamo dinnanzi e dentro una poesia coltissima, anche se giocosa.

 Loredana Savelli - 15/03/2010 08:25:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Qualche reminiscenza di studi classici è d’obbligo per comprendere i riferimenti "curiosi" di questo testo. Osculum, basium, savium sono tre modi per dire bacio. Teocrito è poeta ellenista. Ma confesso di non aver capito gli altri riferimenti, sicuramente mi mancano delle informazioni colte. Ho colto invece il ritmo multiforme in questa poesia e il gusto di un lessico quasi scanzonato.

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